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Questo breve scritto nasce da alcune riflessioni che mi sono state suscitate dalle difficoltà che colleghi, giovani e non, incontrano nel condurre i primi colloqui in ottica Control-Mastery Theory (CMT). In linea del tutto generale, è mia impressione che queste difficoltà nascano da due atteggiamenti opposti: alcuni colleghi conducono i primi colloqui con uno schema di domande relativamente rigido, come se l’essenza del colloquio fossero le domande da porre al paziente, in una sorta di emulazione di un colloquio anamnestico-psichiatrico male applicato.
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