Nelle sue indagini sulle arti visive, Freud ha inaugurato due approcci che continuano a essere un modello per gli studi psicoanalitici sull’arte. Il suo saggio su Leonardo (Freud, 1910) è essenzialmente psicobiografico. In esso, Freud parte da un ricordo infantile chiave di Leonardo, per come esso è rappresentato nei suoi dipinti, e lo mette in relazione con alcuni elementi centrali della storia personale dell’artista, della sua vita sessuale e delle sue attività lavorative. L’altro approccio è rappresentato dal saggio del 1914 su Il Mosè di Michelangelo, che è lo studio dettagliato di una singola opera.
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