Più volte, nel corso di questi anni di formazione come psicologa clinica, mi sono posta un quesito, ossia: cosa penserebbe un alieno, arrivato sulla terra per puro caso, di ciò che avviene all’interno di una stanza di psicoterapia? Probabilmente questo interrogativo nasce da alcuni aspetti intrinseci alla questione- nonché miei, ovviamente – ma sarà meglio andare con ordine. Ho sempre pensato che, da un punto di vista esterno, la dinamica di una relazione psicoterapeutica potrebbe apparire estremamente peculiare. In sostanza ci sono due persone, una chiamata paziente e l’altra terapeuta, e hanno due ruoli ben precisi: uno chiede aiuto e l’altro aiuta.
Questo prendendo la posizione osservativa ignara di un alieno, eh.
Per scaricare l’articolo, cliccare qui