Tra il 1994 e il 2005 Hal Sampson ha scritto vari articoli su quelli che chiamava “trattamenti per mezzo degli atteggiamenti”. Devo ammettere che quando mi sono imbattuto per la prima volta in questo concetto, presentato in un articolo pubblicato in una newsletter, le SFPRG Process Notes (1994), ne sono rimasto piuttosto deluso. Sembrava un concetto ovvio e che poteva essere sussunto nel concetto di testing. Inoltre, il titolo sembrava suggerire un approccio terapeutico unico, il trattamento per mezzo degli atteggiamenti, cosa confusiva perché Hal descriveva l’atteggiamento come un elemento ubiquitario e centrale in tutti gli approcci terapeutici. Ma, quando ho avuto l’occasione di prendere in considerazione e valutare l’impatto del mio atteggiamento su una paziente che stavo trattando in quel periodo, sono riuscito a comprendere in che modo il mio atteggiamento – e il modo in cui la paziente lo percepiva – avesse un impatto a volte sottile, ma potente, sul modo in cui lei recepiva i miei interventi. Inoltre, sono riuscito a comprendere meglio come le mie interpretazioni e le mie reazioni, spesso inconsce, all’atteggiamento della paziente plasmassero il modo in cui formulavo il suo piano e intervenivo con lei.