Introduzione alla Control-Mastery Theory
Un modello di psicoterapia che pone al centro la motivazione innata dell'essere umano ad adattarsi, padroneggiare i propri problemi e ricercare la sicurezza.
I Fondatori della Teoria: Adattamento e Sicurezza


La Control-Mastery Theory (CMT), elaborata da Joseph Weiss, Harold Sampson, il San Francisco Psychotherapy Research Group e più di recente anche dal Control-Mastery Theory - Italian Group, sostiene che la motivazione primaria di ogni essere umano è adattarsi alla realtà, risolvere i propri problemi e padroneggiare i propri traumi.
Secondo questo modello, guidati dalla ricerca di un senso di sicurezza, controlliamo (to control) le nostre funzioni mentali, anche inconsce. Un esempio? Al cinema piangiamo al lieto fine di un film d'amore, non durante i litigi. Questo perché solo quando il pericolo è passato ci sentiamo abbastanza sicuri da sperimentare pienamente il dolore che avevamo inibito.
I Concetti Chiave della Control-Mastery Theory
I pilastri teorici che spiegano la psicopatologia e guidano il processo terapeutico.
La motivazione umana primaria è adattarsi alla realtà e sentirsi al sicuro, controllando consciamente e inconsciamente le proprie funzioni mentali.
Siamo intrinsecamente motivati a padroneggiare le difficoltà e superare le esperienze dolorose una volta che ci sentiamo al sicuro.
Credenze inconsce, nate da traumi, che associano il perseguimento di obiettivi sani a un senso di pericolo, colpa o vergogna.
Ogni paziente arriva in terapia con un piano inconscio per superare i propri problemi, testando le proprie credenze con il terapeuta.
Per adattarci, creiamo delle credenze sulla realtà e la moralità, basate sulle nostre esperienze infantili. Queste credenze, spesso inconsce, guidano la nostra percezione e il nostro comportamento.
Una credenza diventa patogena quando associa il perseguimento di un obiettivo sano (es. avere successo) a un pericolo per sé o per i propri cari (es. senso di colpa, paura dell'abbandono). Nascono da traumi infantili ("shock" o "stress") come tentativo di dare un senso a esperienze dolorose.
Le credenze patogene sono la base di inibizioni, sintomi e sofferenza.
Per superare le credenze patogene, le mettiamo inconsciamente alla prova (test) nelle relazioni importanti, inclusa la psicoterapia. Lo scopo è vedere se il pericolo temuto è ancora attuale.
Esistono vari tipi di test, tra cui:
- Test di transfert: Comportarsi in modo da ricreare la vecchia relazione traumatica, sperando che l'altro risponda diversamente da come hanno fatto le persone che ci hanno traumatizzato.
- Test da passivo in attivo: Trattare l'altro come siamo stati trattati, sperando che ci mostri un modo migliore di reagire.
- Test osservativi: Osservare gli altri per imparare strategie più sane.
Superare i test del paziente è un elemento centrale della terapia.
La CMT identifica cinque tipi di senso di colpa inconscio che mantengono le credenze patogene e ostacolano la felicità:
- Senso di colpa da separazione/slealtà
- Senso di colpa del sopravvissuto
- Senso di colpa da responsabilità onnipotente
- Senso di colpa da "burdening" (appesantire gli altri)
- Odio di sé
Questi sensi di colpa derivano dall'amore per le figure di riferimento e dal bisogno di preservare il legame con loro e un un'immagine positiva di esse, anche a costo della propria felicità.
Ogni paziente inizia la terapia con un piano inconscio per guarire. Questo piano include:
- Gli obiettivi da raggiungere.
- Le credenze patogene che lo ostacolano.
- I traumi da cui hanno avuto origine.
- I test che potrà mettere in atto e il modo in cui vorrebbe che il terapeuta rispondesse a essi.
- Gli insight che il paziente potrebbe voler ottenere
Il compito del terapeuta è comprendere questo piano e lavorare in modo caso-specifico per aiutare il paziente a realizzarlo, fornendo una relazione sicura e correttiva.
Gli Strumenti della Terapia CMT
L'atteggiamento del terapeuta, il superamento dei test del paziente, l'utilizzo di interventi pro-plan e l'analisi di sogni e fantasie sono elementi chiave per favorire il cambiamento.
Le interpretazioni e le comunicazioni servono a far sentire il paziente al sicuro e a demistificare le sue credenze, collegandole ai traumi passati. Un intervento è efficace se è in linea con il piano del paziente (pro-plan).
Non esiste un atteggiamento "neutrale" o universale. Il terapeuta deve essere partecipe e assumere un atteggiamento caso-specifico che sia correttivo rispetto alle esperienze traumatiche del paziente, diventando a volte l'unico strumento terapeutico.
I sogni sono strumenti di adattamento e problem-solving inconscio. In terapia, rivelano gli obiettivi, le credenze e i test del paziente, offrendo preziosi insight sul suo piano e sui suoi progressi.