Joseph Weiss (1924-2004)

raccontato da Marshall Bush

Joseph Weiss, il creatore della CMT, era una persona unica. Brillante, ironico, irriverente, audace, buono, ma anche competitivo. Era un artista dotato, un matematico e un ricercatore. Amava le persone e pensava che ci si dovesse godere la vita.

Aveva una visione ottimistica della natura umana, cosa che traspare anche dai suoi scritti. Aveva il dono di essere un amico vero ed era molto amato dai suoi studenti, pazienti, colleghi e familiari. Nella sua vita personale e professionale aveva la grande capacità di stemperare i conflitti per mezzo dell’umorismo. Nel 1947 pubblicò il suo primo articolo psicoanalitico (A psychological theory of formal beauty) mentre ancora studiava medicina. Nel 1952 pubblicò un breve articolo (Crying at the happy ending) che divenne la base dello sviluppo della Control-Mastery Theory. E’ stato analista di training al San Francisco Psychoanalytic Institute (oggi San Francisco Center for Psychoanalysis) e Clinical Professor di Psichiatria al University of California San Francisco School of Medicine. Ha dedicato la sua carriera a studiare empiricamente il processo terapeutico in collaborazione con Harold Sampson. Insieme hanno sviluppato una serie di ingegnosi disegni di ricerca tesi a verificare empiricamente le sue ipotesi cliniche. Nel 1972, Weiss e Sampson hanno dato vita al Mt. Zion Psychotherapy Research Group (oggi San Francisco Psychotherapy Group). Hanno poi curato insieme il volume The Psychoanalytic Process (1986) e hanno scritto numerosi articoli sul processo della psicoterapia. In Come funziona la psicoterapia (1993), Weiss ha messo insieme le sue idee sul funzionamento mentale inconscio e il processo terapeutico in uno stile molto chiaro e facilmente comprensibile. La sua teoria enfatizza la natura adattiva del pensiero inconscio e la motivazione inconscia a padroneggiare i propri traumi. Weiss ha formulato molti concetti clinici importanti come quelli di “piano inconscio”, “credenze patogene inconsce”, “test inconsci”, “coaching inconscio” ecc. Ha anche riformulato i concetti psicoanalitici di transfert e controtransfert e ha sviluppato una sua teoria sui sogni.

Harold Sampson (1924-2015)

raccontato da George Silberschatz

Harold Sampson, Ph.D. (per tutti Hal) era un clinico eccezionale, un insegnante e un supervisore molto amato e un ricercatore brillante; i suoi contributi alla teoria psicodinamica e alla ricerca in psicoterapia saranno studiati a lungo. E’ stato Research Chair del Dipartimento di Psichiatria del Mount Zion Hospital, membro della Facoltà del San Francisco Psychoanalytic Institute, Clinical Professor di psichiatria alla University of California San Francisco School of Medicine e Visiting Professor di psicologia alla University of California, Berkeley.

Hal aveva conosciuto la sua amata moglie, Fran, quando entrambi stavano facendo il dottorato alla UC Berkeley e sono rimasti assieme per più di 60 anni, chiaramente innamorati l’uno dell’altra. Hal diceva spesso che aver conosciuto Fran e averla sposata per lui era stato come vincere alla lotteria. Hal era un marito e un padre amorevole, e un amico, un insegnante e un terapeuta incredibilmente generoso e gentile. Il suo calore, la sua compassione, la sua generosità di spirito, la sua genuina umiltà (nonostante le sue doti) e il suo sarcasmo erano evidenti per chiunque lo incontrasse. Conoscere Hal significava volergli bene.

Il centro della vita professionale di Hal è stata la sua lunga collaborazione con Joseph Weiss, collaborazione a cui si deve lo sviluppo della Control Mastery Theory. Nel 1972 hanno fondato il Mount Zion Psychotherapy Research Group (adesso conosciuto come San Francisco Psychotherapy Research Group), che ha condotto ricerche innovative sul processo di cambiamento in psicoanalisi e psicoterapia. Hal era molto attivo nell’insegnamento della CMT nelle università, negli istituti di psicoanalisi e in istituti di training americani e di uno dei paesi europei che amava di più, l’Italia (Roma, Firenze e Milano).

E’ stato insegnante, supervisore e mentore di centinaia di psicologi, psichiatri e assistenti sociali e ha ispirato migliaia di persone che hanno partecipato alle sue lezioni e alle sue presentazioni. All’età di 80 anni, nel 2004, è andato in pensione, e nel corso della cerimonia organizzata per salutarlo molti dei suoi studenti gli hanno espresso profonda riconoscenza e affetto per l’impronta decisiva che ha lasciato sul loro sviluppo umano e professionale. Di tutte le sue pubblicazioni, i suoi lavori preferiti erano: “The role of real experience in psychopathology and treatment” (Psychoanalytic Dialogues, 1992, 2(4), pp.509-528) e Treatment by attitudes (In Silberschatz, G. (a cura di), Transformative relationships: The control-mastery theory of psychotherapy. Routledge, New York, pp.111-119).